Misurare l’impatto dell’agroecologia è possibile
[a cura di Open Impact]
Quanto vale un suolo più sano? Qual è il ritorno sociale di un’agricoltura che riduce pesticidi, aumenta la biodiversità e crea opportunità sul territorio? Il progetto IESS – Azioni agroecologiche innovative per rigenerare i suoli producendo un Impatto Economico, Sociale e Sostenibile – ha cercato di rispondere a queste domande con dati alla mano, affiancando a tre pratiche agricole rigenerative un sistema strutturato di misurazione dell’impatto.
Promosso da Deafal ONG con il sostegno del PSR della Regione Toscana, IESS ha coinvolto tre aziende agricole toscane, il CNR – Istituto per la Bioeconomia per il monitoraggio ambientale, e Open Impact, spin-off dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, per la valutazione dell’impatto sociale, economico e ambientale. L’obiettivo: dimostrare che l’agroecologia, se progettata e accompagnata con metodo, può generare valore pubblico tangibile.
Tre aziende, tre pratiche, un modello comune
Le aziende coinvolte hanno testato tre pratiche agroecologiche diverse, ciascuna adattata al proprio contesto colturale:
· la Fattoria Triboli, con un innovativo sistema di pascolamento avicolo in oliveta, ha integrato olivi e galline in un modello agro-silvo-pastorale;
· la Fattoria Majnoni Guicciardini ha realizzato un ciclo chiuso di compostaggio on-farm, valorizzando i sottoprodotti del vigneto;
· l’Azienda Passerini ha introdotto colture di copertura autunno-vernine, con tecniche di minima lavorazione in rotazioni cerealicole.
Il CNR ha condotto le rilevazioni ambientali di campo, analizzando parametri come la qualità biologica del suolo, la sostanza organica, la densità e l’umidità. Parallelamente, Open Impact, spin-off dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha costruito un framework di valutazione basato sulla metodologia SROI – Social Return on Investment, che consente di stimare in termini economici il valore creato da un progetto per la collettività.
Cos’è lo SROI e perché è stato usato
Lo SROI è uno strumento che quantifica in termini economici il valore generato da un progetto su più dimensioni: economica, ambientale e sociale. A differenza di una classica analisi costi-benefici, considera anche effetti “non di mercato” – come l’aumento della qualità del suolo, il miglioramento del benessere animale o l’attivazione di comunità locali – traducendoli in valore monetario attraverso proxy finanziarie riconosciute (es. costi evitati, disponibilità a pagare, risparmi pubblici o aziendali).
Per garantire una stima realistica, il modello applica anche fattori correttivi (deadweight, attribution, displacement) che escludono ciò che sarebbe avvenuto comunque o che è attribuibile ad altri fattori.
3,29 euro generati per ogni euro investito
Il risultato complessivo del progetto è un SROI pari a 3,29: ogni euro investito ha generato 3,29 euro di valore sociale, ambientale ed economico. Ma i numeri diventano interessanti quando li si guarda nel dettaglio:
· Pascolamento razionale (Fattoria Triboli) → SROI 1,61
· Compostaggio on-farm (Fattoria Majnoni Guicciardini) → SROI 1,30
· Cover cropping (Azienda Passerini) → SROI 0,38
Il valore più basso, registrato nell’azienda Passerini, è stato fortemente influenzato da condizioni climatiche avverse che hanno compromesso l’efficacia delle pratiche e la rilevazione dei miglioramenti ambientali da parte del CNR. Questo aspetto, tuttavia, non è da leggere come un fallimento, ma come una lezione metodologica importante: gli outcome ambientali richiedono tempi lunghi per emergere e per essere misurati con affidabilità.
Una dashboard per leggere, una metodologia per replicare
La dashboard del progetto IESS – sviluppata da Open Impact – permette di navigare tra i diversi ambiti di impatto, confrontare le aziende, leggere gli outcome osservati e comprenderne le ricadute. La struttura guida l’utente tra indicatori, proxy, SDG collegati e SROI calcolato per ciascuna sperimentazione. È uno strumento di trasparenza, ma anche una piattaforma di apprendimento per chi voglia orientarsi tra agricoltura e valutazione d’impatto.
Parallelamente, sono state sviluppate tre web app, ciascuna dedicata a una pratica agroecologica. Questi strumenti non servono a visualizzare i risultati, ma a divulgare i protocolli tecnici utilizzati, spiegare come e in quali condizioni replicare le pratiche e offrire un primo orientamento per chi, agricoltore o tecnico, voglia sperimentarle altrove.
Risultati economici: meno input, più efficienza
Dal punto di vista economico, le pratiche agroecologiche hanno favorito la riduzione dei costi di produzione, in particolare fitofarmaci e fertilizzanti, e la diversificazione delle entrate aziendali. La produzione interna di compost ha ridotto la dipendenza da input esterni, mentre il pascolamento ha generato valore sia in termini di fertilità del suolo sia di produzione animale (es. uova). La valutazione ha incluso anche benefici indiretti, come il valore della formazione tecnica acquisita o la maggiore resilienza economica delle aziende.
Risultati ambientali: qualità del suolo e sostenibilità
I dati raccolti dal CNR evidenziano effetti positivi su qualità biologica del suolo, contenuto di carbonio organico, ritenzione idrica e minore uso di input chimici. Anche se in alcuni casi i miglioramenti sono stati parziali, la misurazione stessa ha dimostrato che è possibile costruire un’infrastruttura scientifica di osservazione replicabile nel tempo. I risultati ambientali, infatti, sono tra i più promettenti nel medio periodo, ma richiedono investimenti in monitoraggio continuo.
Risultati sociali: lavoro, consapevolezza, apertura al territorio
IESS ha generato anche effetti sociali misurabili, come la creazione di nuove opportunità lavorative, il rafforzamento del presidio territoriale, l’apertura delle aziende al dialogo con le comunità (es. eventi divulgativi, percorsi educativi, accessibilità delle pratiche). È stato valorizzato, ad esempio, il ritorno sociale dell’inclusione lavorativa, il costo evitato di disoccupazione o il valore di un’attività formativa sui temi della sostenibilità. L’agroecologia si conferma così non solo pratica agricola, ma pratica civica.
Il vero impatto? Un’infrastruttura condivisa per il cambiamento
Oltre agli indicatori e ai grafici, IESS lascia un’eredità importante: la costruzione di un’infrastruttura di impatto, fatta di strumenti, metodologie, metriche e alleanze tra soggetti diversi. Un sistema che può essere applicato ad altri contesti, migliorato nel tempo, e utilizzato per accompagnare politiche pubbliche, strategie aziendali o progettazioni territoriali.
Il progetto ha permesso di identificare anche i fattori abilitanti dell’impatto: quelli che, al di là del contesto specifico, favoriscono il successo delle pratiche agroecologiche. Tra questi: il co-design degli interventi, il monitoraggio scientifico a medio-lungo termine, l’integrazione tra agricoltura e comunità, l’utilizzo di strumenti digitali a supporto della divulgazione e della replicabilità. In un tempo in cui la transizione ecologica rischia di restare una promessa astratta, IESS dimostra che è possibile produrre impatto reale, misurabile e replicabile, a partire dal suolo.